Ad oggi non risulta ancora emanato il decreto del Ministro dell’economia e delle finanze previsto dalla legge di bilancio 2019, finalizzato alla ripartizione delle risorse relative al contributo a carico del datore di lavoro per la previdenza complementare del personale delle amministrazioni statali, anche ad ordinamento autonomo,  che sono  iscritte nello Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze 2019, tra gli stati di previsione delle predette singole amministrazioni.

La ripartizione proporzionale delle risorse fra le amministrazioni interessate deve avvenire secondo i criteri stabiliti dalla normativa vigente, sulla base del trattamento retributivo medio e della consistenza del personale in servizio presso le diverse amministrazioni.

Tale stato di cose impedisce di fatto al fondo di previdenza complementare di effettuare i corretti adempimenti di riconciliazione dei contributi versati nonché l’imputazione della contribuzione a beneficio degli aderenti. Il ritardo nell’investimento della contribuzione, infatti, ha come conseguenza il mancato incremento della posizione individuale, con evidente pregiudizio economico a danno dei lavoratori e delle lavoratrici delle amministrazioni centrali iscritti alla previdenza complementare.

Considerato che, nonostante le numerose riunioni intervenute fra e con gli uffici preposti, non si è ancora pervenuti ad una soluzione positiva della vicenda, Fp Cgil, Cisl Fp e Uilpa hanno sollecitato il Ministro dell’Economia e delle Finanze ed il Ragioniere generale dello Stato ad intervenire tempestivamente al fine di individuare una definitiva soluzione alla problematica, rimuovendo tutti gli ostacoli ancora non superati.

In allegato, pubblichiamo la nota unitaria delle tre sigle sindacali.