Si è svolto a Varese il tradizionale corteo  del Primo Maggio, che ha visto una grande partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori che mettono grande impegno e professionalità nel proprio lavoro al servizio del Paese.

In particolare nella Pubblica Amministrazione il lavoro contribuisce ad assicurare servizi efficienti e di qualità, anche in presenza di pochi investimenti   sia economici, sia di risorse umane.

Nella Pubblica Amministrazione la professionalità, delle lavoratrici e dei lavoratori, richiesti al servizio del cittadino e del mercato, è costituita da caratteristiche personali dell'individuo piuttosto che dal possesso di qualificazioni professionali derivanti dal sistema formativo o dall'esperienza lavorativa.
La conseguenza logica, in virtù di tale ragionamento, porterebbe ad affermare che lo scambio, nel rapporto di lavoro, avverrebbe tra una retribuzione e le caratteristiche personali dell'individuo. Ma ciò, anziché suggerire una attenuazione della soggezione personale del lavoratore nei confronti del datore di lavoro, finirebbe per esaltarla. 
Se si vogliano mantenere la speranza che "i valori ed i principi che fecero nascere il diritto del lavoro permangano" e che la nostra disciplina dimostri la "capacità di adattarsi ai cambiamenti e mantenere intatta la sua funzione di strumento di giustizia sociale", si rende necessario continuare a prestare particolare attenzione alla persona, lavoratore o lavoratrice, che "obbligandosi" a fornire la propria professionalità, rimane pericolosamente in bilico tra il rispetto dei diritti fondamentali e la soggezione al dominio di un'altra persona (fra Dirigente e lavoratore subordinato).

La solenne affermazione della dichiarazione di Filadelfia, secondo la quale "il lavoro non è merce", che costituisce uno dei fondamenti dell'Organizzazione internazionale del lavoro, non può certo tranquillizzarci. Infatti, il lavoro non sarà una merce, ma i contratti collettivi stabiliscono a volte anche il rendimento fisico che un lavoratore deve essere in grado di garantire.

Già dal 1880 Paul O' Higgins rivendica di aver elaborato per primo  il principio secondo cui "il lavoro non è una merce", principio che continua a far bella mostra di sé, ma che non garantisce affatto che nella pratica sia così. Forse sarebbe meglio considerarlo una merce, ma una merce tanto pregiata da richiedere l'applicazione di norme di effettiva tutela da parte di chi intenda utilizzarla a partire dal principio, oggi tanto affermato quanto disatteso, per cui il suo costo minimo sia tale da garantire, a chi lo presta, una vita libera e dignitosa. Infatti, non sarà merce, secondo tale affermazione di principio, ma da un lato osserviamo che nella realtà il lavoro, espressione della professionalità dell'individuo, si offre in cambio di mezzi di sostentamento, spesso a condizioni inique, e che il suo prezzo è dettato dalle regole del mercato piuttosto che dal suo valore sociale; per altro verso osserviamo che molte merci che ricevono protezione e cure (sia da parte dei privati che dello Stato) tanto da far invidia a non pochi lavoratori subordinati o autonomi: "maneggiare con cura", "non capovolgere", "tenere lontano da fonti di calore". Alcune merci sono oggetto di monopolio statale, alcuni beni di lusso hanno costi (sotto forma di imposte) più elevati di quelli necessari per poter disporre della professionalità di un "DIPENDENTE PUBBLICO", o garantire una pensione minima di un “PENSIONATO”.

La Pubblica Amministrazione  è un patrimonio di Tutti e come tale va difesa e salvaguardata.

Ha partecipato alla manifestazione il Segretario Nazionale Uil Domenico Proietti.

Il Coordinamento Provinciale

UILPA VARESE