“Sul fatto che il Ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno non volesse passare alla storia legando il suo nome ad un ulteriore intervento riformatore del lavoro pubblico eravamo perfettamente d’accordo ma ormai è evidente a tutti che le buone intenzioni sono state spazzate via da decisioni e scelte non condivisibili”. Lo afferma in una nota il Segretario Generale della UILPA, Nicola Turco, aggiungendo: “le previsioni contenute nel disegno di legge denominato ‘concretezza’ e l’annuncio dell’apertura della caccia ai dipendenti pubblici ‘furbetti’ testimoniano che – purtroppo – anche nel settore del Pubblico Impiego il promesso cambiamento non è nelle intenzioni di questo Governo”.
“Come si evince dagli stessi numeri riportati sulla stampa nazionale – precisa il Segretario Generale della Uilpa - si tratta di una percentuale infinitesimale di malfattori (0,3%) che non può continuare ad infangare la platea di 3 milioni e 200 mila lavoratori che quotidianamente continuano ad assicurare l’erogazione del servizio pubblico, nonostante tagli di risorse, carenze di organico, inadeguata sicurezza dei luoghi di lavoro e mancanza di qualsiasi incentivo destinato a valorizzare il lavoro svolto e la professionalità”.
Prosegue Turco: “Premesso che la Uilpa – in sintonia con le scelte della Uil che ha più volte evidenziato la volontà di costituirsi parte civile nei procedimenti giudiziari a carico di dipendenti truffaldini - ha sempre fermamente condannato, senza alcuna attenuante, tutti qui lavoratori che hanno posto in essere comportamenti illegittimi, fraudolenti e disonesti, tuttavia troviamo ingiusto che quel manipolo di farabutti possa costituire l’unico vero problema da risolvere per il buon funzionamento della macchina pubblica”.
“Un siffatto atteggiamento persecutorio è inaccettabile ed è, altresì inconcepibile ed anti-economico che coloro che dovrebbero essere impegnati secondo i propri compiti istituzionali a perseguire la lotta all’evasione fiscale in primis finiscano per sostituire coloro che sono lautamente retribuiti e che hanno nei loro compiti l’esercizio del controllo su assenze e permessi e sui quali grava la spada di Damocle del licenziamento in caso di omissioni e/o inadempimenti in tal senso”.
“Allora – incalza Turco - ci chiediamo il motivo di questa duplicazione di costi. Ma soprattutto ci chiediamo quanto tempo ancora dovremo aspettare perché il Ministro si dimostri realmente interessato a confrontarsi con le rappresentanze dei lavoratori nel rispetto di quanto sostenuto in passato dalla stessa Corte Costituzionale che nella sentenza sui contratti aveva individuato la violazione dell’art. 39 della Costituzione”.
“Il vero cambio di passo dovrà essere esattamente il contrario dell’orientamento manifestato finora, ossia scommettere sul capitale umano per aumentare l’efficienza del Servizio Pubblico, e per far questo serviranno le risorse necessarie che nei prossimi giorni richiederemo per favorire FORMAZIONE, SICUREZZA, INFORMATIZZAZIONE e soprattutto per garantire quel benessere organizzativo che nel settore pubblico manca totalmente”.
Conclude Turco: “Molti ignorano gli esigui numeri dei ‘furbetti’ e non conoscono il rapporto costo/beneficio di tale operazione. E se il Servizio Pubblico non funziona è più facile prendersela con gli impiegati al front office, piuttosto che con le vere cause di alcune carenze strutturali della P.A.”
“Sul fatto che il Ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno non volesse passare alla storia legando il suo nome ad un ulteriore intervento riformatore del lavoro pubblico eravamo perfettamente d’accordo ma ormai è evidente a tutti che le buone intenzioni sono state spazzate via da decisioni e scelte non condivisibili”. Lo afferma in una nota il Segretario Generale della UILPA, Nicola Turco, aggiungendo: “le previsioni contenute nel disegno di legge denominato ‘concretezza’ e l’annuncio dell’apertura della caccia ai dipendenti pubblici ‘furbetti’ testimoniano che – purtroppo – anche nel settore del Pubblico Impiego il promesso cambiamento non è nelle intenzioni di questo Governo”.
“Come si evince dagli stessi numeri riportati sulla stampa nazionale – precisa il Segretario Generale della Uilpa - si tratta di una percentuale infinitesimale di malfattori (0,3%) che non può continuare ad infangare la platea di 3 milioni e 200 mila lavoratori che quotidianamente continuano ad assicurare l’erogazione del servizio pubblico, nonostante tagli di risorse, carenze di organico, inadeguata sicurezza dei luoghi di lavoro e mancanza di qualsiasi incentivo destinato a valorizzare il lavoro svolto e la professionalità”.
Prosegue Turco: “Premesso che la Uilpa – in sintonia con le scelte della Uil che ha più volte evidenziato la volontà di costituirsi parte civile nei procedimenti giudiziari a carico di dipendenti truffaldini - ha sempre fermamente condannato, senza alcuna attenuante, tutti qui lavoratori che hanno posto in essere comportamenti illegittimi, fraudolenti e disonesti, tuttavia troviamo ingiusto che quel manipolo di farabutti possa costituire l’unico vero problema da risolvere per il buon funzionamento della macchina pubblica”.
“Un siffatto atteggiamento persecutorio è inaccettabile ed è, altresì inconcepibile ed anti-economico che coloro che dovrebbero essere impegnati secondo i propri compiti istituzionali a perseguire la lotta all’evasione fiscale in primis finiscano per sostituire coloro che sono lautamente retribuiti e che hanno nei loro compiti l’esercizio del controllo su assenze e permessi e sui quali grava la spada di Damocle del licenziamento in caso di omissioni e/o inadempimenti in tal senso”.
“Allora – incalza Turco - ci chiediamo il motivo di questa duplicazione di costi. Ma soprattutto ci chiediamo quanto tempo ancora dovremo aspettare perché il Ministro si dimostri realmente interessato a confrontarsi con le rappresentanze dei lavoratori nel rispetto di quanto sostenuto in passato dalla stessa Corte Costituzionale che nella sentenza sui contratti aveva individuato la violazione dell’art. 39 della Costituzione”.
“Il vero cambio di passo dovrà essere esattamente il contrario dell’orientamento manifestato finora, ossia scommettere sul capitale umano per aumentare l’efficienza del Servizio Pubblico, e per far questo serviranno le risorse necessarie che nei prossimi giorni richiederemo per favorire FORMAZIONE, SICUREZZA, INFORMATIZZAZIONE e soprattutto per garantire quel benessere organizzativo che nel settore pubblico manca totalmente”.
Conclude Turco: “Molti ignorano gli esigui numeri dei ‘furbetti’ e non conoscono il rapporto costo/beneficio di tale operazione. E se il Servizio Pubblico non funziona è più facile prendersela con gli impiegati al front office, piuttosto che con le vere cause di alcune carenze strutturali della P.A.”