Dichiarazione del Segretario Confederale Antonio Foccillo e del Segretario Generale Uilpa Nicola Turco
L’ultima direttiva della Ministra Dadone, relativa alle “modalità di svolgimento della prestazione lavorativa nell’evolversi della situazione epidemiologica da parte delle pubbliche amministrazioni”, conferma quanto già puntualizzato nel DPCM del 26 aprile, ossia che il lavoro agile rimane la via ordinaria di esercizio dell’attività lavorativa dei pubblici.
Accogliamo, peraltro, positivamente “la sfida” che la direttiva si pone nella volontà di “mettere a regime […], al fine di rendere il lavoro agile lo strumento primario nell’ottica del potenziamento dell’efficacia e dell’efficienza dell’azione amministrativa”. Ebbene, tutto questo necessita, come la stessa direttiva sostiene, delle opportune e adeguate dotazioni informatiche e, non da meno, del fondamentale ricorso all’attività formativa come strumento di accompagnamento del personale nel processo di trasformazione digitale e di diffusione della capacità di lavorare in modalità agile.
Dal canto nostro, perorando completamente e convintamente questa visione, che vede proprio nello smart working lo strumento principale di svolgimento delle prestazioni lavorative dei pubblici dipendenti, vogliamo riconfermare alla Ministra che questi propositi richiedono, tuttavia, la massima condivisione delle regole, special modo sui singoli luoghi di lavoro.
Si tratta, infatti, di regole che comporteranno ovviamente una significativa modifica dell’organizzazione del lavoro e che, pertanto, necessitano, affinché sortiscano i migliori effetti non solo in termini di benessere lavorativo, ma anche di efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa complessivamente considerata, di relazioni sindacali solide.
Come UIL, sono ormai anni che continuiamo a sostenere l’importanza di restituire un ruolo alla contrattazione in merito a quelle materie che attengono all’organizzazione del lavoro che hanno riflessi sul rapporto di lavoro. L’avanzamento digitale delle nostre PP.AA. non può non andare di pari passo con l’ammodernamento e l’efficientamento di migliori e più solide relazioni sindacali che siano in grado di fissare regole precise e di garantire allo stesso modo per chi lavora da casa gli stessi diritti fino ad oggi tradizionalmente riconosciuti a chi ha prestato la propria attività sulla sede di lavoro, fino a disciplinare anche nuovi diritti e doveri che la frontiera del lavoro agile richiede, come il diritto alla disconnessione.
Diventa pertanto necessario, per la UIL, favorire un significativo riequilibro tra legge e contratto, in linea con il settore privato, prevedendo l’organizzazione del lavoro quale strumento fondamentale per giungere a una gestione partecipata dei processi lavoratori e per rendere più efficace ed efficiente la Pubblica Amministrazione di questo Paese.