Al centro del programma del nuovo governo ci sarà la pubblica amministrazione dato il ruolo determinante che avrà nella gestione dei programmi di spesa collegati alle risorse in arrivo dall’Europa.
Tuttavia, oggi il problema più grande della p.a. è un’organizzazione del lavoro antiquata per la quale la logica dell’adempimento formale prevale sulla cultura della programmazione e del risultato.
Paradossalmente il simbolo vivente di questa distorsione è rappresentato dal lavoro agile (smart working). Il quale in teoria avrebbe dovuto fare piazza pulita di modalità gestionali superate da tempo. Invece la vecchia mentalità basata sulla rigida gerarchia, le lungaggini burocratiche e la mania del controllo si insinua anche nel lavoro a distanza.
Attualmente ogni amministrazione detta le regole in modo unilaterale, senza passare attraverso la contrattazione decentrata. In alcuni casi si arriva a obbligare il dipendente in smart working a timbrare da remoto l’entrata e l’uscita in servizio. L’esatto contrario della filosofia dello smart working, che si fonda sui principi di autonomia, responsabilità e raggiungimento dei risultati indipendentemente dal luogo e dal tradizionale orario di lavoro in presenza.
La permanenza della mentalità da padrone del vapore è dovuta principalmente al fatto che a quasi un anno dall’inizio dello smart working di massa nella p.a. non esiste un quadro di regole condivise con le rappresentanze sindacali nazionali alle quali tutte le amministrazioni siano tenute ad uniformarsi.
Occorre pertanto aprire subito un tavolo di confronto con il governo al fine di sottoscrivere un accordo nazionale quadro sullo smart working. Accordo in cui sia prevista la definizione dei criteri di ripartizione delle risorse ex comma 870 dell’ultima legge di bilancio (che riportiamo qui sotto, di seguito al comunicato), concernenti la quantificazione e l’utilizzo dei risparmi di gestione conseguiti nel 2020.
L’organizzazione del lavoro va riportata sotto l’egida della contrattazione nazionale e, soprattutto, decentrata.
Sandro Colombi, Segretario generale Uilpa
Roma, 17 febbraio 2021