Articolo tratto da Lavoro Europeo - 14 gennaio 2022

Sandro Colombi, Segretario Generale Uil Pubblica Amministrazione

Arrivare alla firma del nuovo Ccnl Funzioni Centrali non è stato facile. La difficoltà maggiore è stata quella di trovare la quadra fra la necessità di rilanciare la Pubblica Amministrazione in termini di efficienza e produttività e l’aspettativa dei lavoratori di vedere adeguatamente riconosciuta la loro funzione nel pieno di una fase storica drammatica causata dalla pandemia.

Fin dall’apertura della trattativa abbiamo avuto ben chiaro che questo non era un contratto come gli altri. C’era un senso straordinario di attesa e di speranza che non potevamo deludere. Dovevamo dare corpo e sostanza ai principi condivisi con il governo nel Protocollo del 10 marzo 2021. E il modo in cui quei principi sarebbero stati interpretati e applicati nel comparto Funzioni Centrali ne avrebbe condizionato l’attuazione in tutto il resto della Pubblica Amministrazione.

Il risultato più importante del nuovo Ccnl è di natura culturale e politica: vale a dire, il riconoscimento della centralità del lavoro pubblico come leva insostituibile del progresso economico e del benessere sociale per l’intera collettività. In fondo era questo il principio di base che ispirava il Protocollo del 10 marzo 2021 e a quel principio ci siamo mantenuti fedeli nei diversi istituti contrattuali che siamo andati a disciplinare.

Pensiamo alla riforma dell’ordinamento professionale, attesa da più di vent’anni e che abbiamo portato a termine grazie al pacchetto di stanziamenti aggiuntivi ad hoc inseriti dal governo nella legge di bilancio. Pensiamo alla regolamentazione del lavoro agile, che ora rientra sotto l’egida delle relazioni sindacali e può finalmente sganciarsi dalle improvvisazioni della politica e dalla burocrazia interna delle amministrazioni. Pensiamo alla formazione professionale e alle numerose disposizioni di carattere normativo che migliorano le condizioni di lavoro dei dipendenti e nello stesso tempo favoriscono un’organizzazione del lavoro più flessibile ed efficiente a vantaggio dei servizi resi all’utenza.

Se quello delle Funzioni Centrali è il primo rinnovo di questa tornata contrattuale, non ci aspettiamo niente di meno per la sanità e le autonomie locali, le cui trattative stanno partendo in questi giorni. Il rilancio della Pubblica Amministrazione passa attraverso il rinnovo generazionale, ma anche attraverso la valorizzazione delle professionalità e delle competenze presenti all’interno delle strutture operative pubbliche.

Con la partecipazione e il coinvolgimento attivo dei lavoratori nelle scelte organizzative delle amministrazioni è oggi possibile gettare le basi per una vera rinascita della Pubblica Amministrazione italiana. La quale può tornare a essere l’avanguardia dell’innovazione, della sperimentazione organizzativa, della professionalità e della qualità del lavoro al servizio dei cittadini. Ed è anche grazie al coraggio e alla lungimiranza dei nuovi contratti collettivi se ora la strada sembra finalmente tracciata.

 

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